Che cosa sono le cappelle votive delle Contrade
Ogni Contrada di Siena è un piccolo rione storico con propri simboli (stemma, colori, motto), uno statuto, un museo e un oratorio o chiesa di riferimento. Per cappella votiva delle Contrade si intendono le piccole chiese (oratori) appartenenti alla Contrada stessa, dove i contradaioli venerano il proprio santo patrono e conservano i simboli contradaioli (drappelloni, stendardi, immagini sacre). In occasione del Palio le Contrade vincenti portano il proprio cavallo o la propria bandiera a rendere omaggio al miracolo della Vergine del Duomo, ma nel proprio quartiere si radunano nelle loro cappelle per le preghiere del palio, le messe del fantino e per celebrare le feste patronali.
Di seguito passiamo in rassegna tutte le Contrade, con una breve introduzione storica e i riferimenti alle loro cappelle/oratori contradaioli. Per ogni Contrada daremo anche risposta alle domande più frequenti su stemma, motto, patrono e chiesa di Contrada.
Contrada dell’Aquila
Qual è il simbolo e il motto della Contrada dell’Aquila? La Nobile Contrada dell’Aquila (in latino “Unguibus et Rostris” – “con artigli e becco”) adotta come stemma un’aquila imperiale bicipite nera coronata su sfondo oro . Fu insignita del titolo onorifico di “Nobile” da Carlo V nel 1536 , come ricorda la tabella storica. Il motto latineggiante “Unguibus et rostris” richiama l’astuzia e la forza dell’aquila . Il patrono della contrada è il Santissimo Nome di Maria (Madonna del Rosario), la cui festa si celebra a settembre .
Dove si trova la cappella votiva e a chi è dedicata? La chiesa di Contrada è l’Oratorio di San Giovanni Battista detto dei Tredicini, ubicato in Via Casato di Sotto . Questo piccolo tempio, costruito nel ‘500, è di proprietà della Contrada dal 1788 . Al suo interno i contradaioli custodiscono i simboli dell’Aquila e vi si svolgono le funzioni religiose contradaiole. L’oratorio sorge nel cuore del Terzo di Città, tra la Cattedrale e i palazzi nobiliari.
Qual è la sua storia? Antica di origine medievale, la Contrada dell’Aquila trae il proprio nome dall’aquila imperiale (tribale dei Marescotti) . La contrada copre la zona attorno al Duomo. Nel Rinascimento, l’imperatore Carlo V concesse il titolo di “Nobile Contrada” all’Aquila, segnandone l’importanza storica . Nel corso dei secoli l’Aquila ha collezionato numerose vittorie al Palio (24 confermate) e custodisce nel museo contradaiola costumi, drappelloni e altri cimeli . La visita al museo dell’Aquila (in via Casato di Sotto) è consigliata per scoprire curiosità e araldica del rione, prima o dopo aver visto la cappella votiva .
Contrada del Bruco
Chi è il patrono e qual è il simbolo? La Contrada del Bruco (terziere di Camollia) è una delle più antiche. Il suo stemma raffigura un bruco giallo in piedi su un ramo, con il quarto di stemma della Croce Sabauda . I suoi colori sono giallo e verde. Il patrono è la Visitazione della Vergine Maria, celebrata il 2 luglio (infatti nella chiesa si venera un altare dedicato alla Visitazione). La contrada gode del titolo di “Nobile” sin dal XIV secolo, quando diede il Monte del Popolo al Comune (1371) .
Qual è la cappella votiva della Contrada? L’oratorio di riferimento è la Chiesa del Santissimo Nome di Gesù (detta anche “dell’Oratorio del Bruco”), in Via del Comune n.40 . Costruito in stile barocco nel XVII secolo, questo edificio è diventato proprietà della contrada ed è officiato dal 1669 . Al suo interno si possono ammirare affreschi seicenteschi (opera di Dionisio Montorselli) e tele dedicate a Cristo, realizzate su commissione dei contradaioli.
Storia essenziale: I contradaioli del Bruco sono conosciuti per la loro devozione e vivacità culturale. La contrada del Bruco ha vinto 25 Palii (l’ultimo nel 2019) ed è molto attiva nell’ambito musicale e artistico . Durante il Palio la contrada sfila in Piazza del Campo al suono di potenti tamburi e si raccoglie in quest’oratorio il giorno della messa del fantino. L’edificio ospita oggi anche una Sala Museo con antichi stendardi e il famoso brucarello d’oro (trofeo in palio tra fantini).
Contrada della Chiocciola
Qual è il simbolo e il motto? L’emblema della Contrada della Chiocciola è, ovviamente, una chiocciola argentata su fondo azzurro (colore celeste e giallo) . Il motto contradaiolo è “Trasformate l’invisibile in visibile” (proverbio popolare toscano). La patrona è la Vergine Maria (con il titolo del Rosario) , motivo per cui la chiesa di Contrada è dedicata alla Madonna del Rosario.
Dove si trova la cappella votiva? La Cappella della Madonna del Rosario è una piccola chiesetta sconsacrata nella Chiocciola, angolo fra Via San Marco e Via della Diana . Fu eretta tra il 1655 e il 1656 con donazioni contradaiole (primo oratorio edificato per volontà di una contrada) e completata con la facciata entro il 1725 . Oggi la cappella è di proprietà della Chiocciola e viene utilizzata in modo caratteristico: custodisce le insegne contradaiole e durante il Palio vi viene custodito il cavallo vincitore (“Madonna del Palio”), mentre a Novembre tutti gli armati del rione si riuniscono lì per le cerimonie interne.
Punti salienti: Anche se è un edificio molto piccolo, la Cappella del Rosario ha valore storico: fu la prima chiesa costruita a spese di una contrada senese . Le pareti interne erano dipinte con la raffigurazione della Madonna del Rosario e di santi, opere attribuite a scultori locali. Ogni 14 novembre la Chiocciola fa la “Processione di novembre” partendo proprio da questa cappella in onore della Madonna del Rosario.
Contrada della Civetta
Chi è il patrono? La Contrada della Civetta venera Sant’Antonio da Padova come patrono, con la festa principale il 13 giugno . I colori sociali sono azzurro e giallo, con stemma di un gufo (civetta) argento.
Qual è la cappella votiva? L’oratorio della Civetta è la Chiesa di Sant’Antonio da Padova in via Cecco Angiolieri, nota come Sant’Antonio alle Murella . In passato questo edificio (costruito nel 1682-85 su progetto di Jacomo Franchini) era utilizzato come sede di confraternite. Dal 1945 è affidato alla Civetta, che ne ha curato la ristrutturazione. La chiesa conserva affreschi settecenteschi che narrano la vita di Sant’Antonio e stucchi barocchi. I contradaioli della Civetta vi tengono le messe contradaiole e la messa del fantino nel giorno del Palio.
Curiosità: Nonostante il nome da rapace, la Civetta non ha alcun collegamento ufficiale con la Madonna; il suo altare maggiore è dedicato a Sant’Antonio. Dalla balconata dell’oratorio si gode una splendida vista sui tetti della Siena medievale.
Contrada del Drago
Simbolo e patrono: L’emblema della Contrada del Drago raffigura un drago araldico nero contornato da un sole d’oro. Il patrono contradaiolo è San Bartolomeo Apostolo. Motto: “Rondi o l’ali di piume, [rispettose] di Dio” (antico detto nel rione).
Cappella votiva: L’oratorio della Contrada del Drago è l’antica Chiesa di Santa Caterina in piazza Matteotti, dietro l’Accademia Chigiana . Edificata intorno al 1620 per le monache di Santa Maria degli Angeli (convento del “Paradiso”), fu ceduta alla contrada con decreto del Granduca Pietro Leopoldo nel 1787 . Da allora è diventata la sede delle cerimonie religiose del Drago. L’interno è ad aula unica con cinque campate, arricchito da statue e tele sacre eseguite nei secoli XVII-XVIII. Al centro dell’altare maggiore troneggia una grande tela del Martirio di San Bartolomeo.
Storia essenziale: La contrada del Drago è storicamente legata al vicino Convento del Paradiso. Nel tardo Settecento il Monastero fu soppresso e Santa Caterina divenne oratorio drago. Dal 1951 la Contrada ha restituito lo spazio al culto e ha allestito un piccolo museo con i propri drappelloni vittoriosi. Ogni 24 agosto i Draghini festeggiano San Bartolomeo proprio in questa chiesa.
Contrada della Giraffa
Simbolo e patrono: La Contrada della Giraffa (o Imperiale Contrada) ha lo stemma di un trofeo militare sormontato da un’aquila imperiale e due medaglioni (ricorda il titolo “Imperiale” ottenuto nel 1936). I colori sono rosso e giallo bordato di nero. La patrona della Giraffa è la Madonna della Visitazione (Santa Maria in Provenzano), con festa il 2 luglio .
Cappella votiva: L’oratorio della Giraffa è l’Oratorio del Suffragio, in via delle Vergini . Si tratta della cripta della Collegiata di Provenzano, ossia della chiesa originaria (1595-1604) dedicata a Maria SS. della Visitazione. La cripta fu realizzata nel 1611 e nel 1611 la Compagnia del Suffragio (antenata della contrada) vi celebrò funzioni religiose . Oggi tale ambiente, arricchito da un crocifisso medievale attribuito a Jacopo della Quercia e da affreschi tardo-rinascimentali, funge da sede contradaiola. La Giraffa venera al suo interno la Madonna del Suffragio e custodisce antichi cimeli del rione.
Punti salienti: L’oratorio del Suffragio è di fatto la cripta della chiesa della Visitazione di Provenzano. Come racconta la storia, gli abitanti di Via delle Vergini si rifugiarono qui quando vennero riconosciuti come Contrada nel 1969 . Ancora oggi la Contrada della Giraffa convoca i contradaioli per le funzioni e la processione del 2 luglio in questo luogo suggestivo.
Contrada Sovrana dell’Istrice
Simbolo e patrono: L’Istrice (Porcospino) ha come simbolo un porcospino giallo su sfondo azzurro e verde. Il patrono è San Bartolomeo Apostolo (festa patronale il 24 agosto), benché nella chiesa di Contrada sia dedicato a Sant’Atanasio e San Vincenzo. Motto: “Cartoccio di grembo carissimo”.
Cappella votiva: L’oratorio dell’Istrice è la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio in via Camollia . Si tratta di una chiesa romanica, edificata già nell’XI secolo come prima parrocchia del quartiere di Camollia, e interamente ristrutturata nel Settecento . Nel 1788 divenne proprietà della Contrada Sovrana dell’Istrice . L’edificio è riconoscibile per il suo campanile in stile neogotico (rifatto nel 1871) e conserva preziose opere d’arte: spiccano una Madonna col Bambino di Sano di Pietro (XV sec.), un affresco con San Bartolomeo scolpito dal contradaiolo Casciani (1932) e tele del Manetti, del Nasini e di altri pittori senesi . L’Istrice celebra il 24 agosto nelle vie di Camollia (processione di San Bartolomeo) partendo proprio dall’oratorio.
Nota storica: Questo edificio era l’antica chiesa parrocchiale di Camollia fino al 1782. La sua attribuzione originaria (San Vincenzo e Sant’Anastasio) riflette la devozione medievale. Oggi, pur essendo intitolata a quei santi, l’oratorio è custode dello spirito contradaiola dell’Istrice, che dal XVIII secolo vi si riunisce regolarmente.
Contrada del Leocorno
Simbolo e patrono: Il Leocorno (Unicorno) ha come emblema un unicorno rampante d’argento su sfondo bianco e rosso, con oro e verde come colori (negl’inquartati in alto a sinistra la ”U” per il re Umberto I). Il patrono è San Pietro martire (in occasione della sua festa). Motto: “Chi vuol campar di bruno / Non invochi spirito latino” (ha origini medievali).
Cappella votiva: La contrada del Leocorno venera come propria chiesa di Contrada l’Oratorio di San Giovannino della Staffa in piazzetta Virgilio Grassi (dietro via Pantaneto) . La chiesa (XVI sec.) fu ampliata nel corso del XVII-XVIII secolo. Dal 1810 è di proprietà del Leocorno . È un piccolo edificio a navata unica con decorazioni settecentesche interne. Oggi ospita le cerimonie e le colazioni contradaiole (tra cui il pranzo della festa del patrono).
Cenni: Il Leocorno è noto per la sua vivace vita associativa e per le frequenti vittorie al Palio. Nel Museo della Contrada (vicino all’oratorio) si possono ammirare i vari “bruchi d’oro” vinti dai fantini leoncini.
Contrada della Lupa
Simbolo e patrono: L’aquila madre nel titolo regale reca al contrario… e comunque, la Contrada della Lupa (She-wolf) è una delle più antiche. Il suo stemma rappresenta una lupa romana. I colori sono bianco e rosso. Patroni: Sant’Agnese e Santa Vittoria (tra i pochi esempi di patronesse femminili). Motto: “Quanto tu piangi, sì piangia Scille”.
Cappella votiva: L’oratorio dell’antica Lupa è la Chiesa di San Rocco in via Vallerozzi . Costruita a partire dal 1511 dalla Compagnia di San Rocco, passò alla Contrada della Lupa dopo la soppressione napoleonica nel 1789 . Dal ’89 San Rocco è di proprietà della Lupa e funziona da cappella votiva. Di notevole pregio è il ciclo di affreschi interni: lungo le pareti si snodano le “Storie di Giobbe” di Rutilio Manetti (1620) e le “Storie di San Rocco” di Crescenzio Gambarelli . Un tempo di fronte sorgeva la sede contrastata della Lupa, con la caratteristica fontanina battesimale con lupa di bronzo .
Curiosità: Il portale è sormontato da un oculo con la statua lignea di San Rocco. All’esterno campeggia una colonna con lupa: un dono del Comune di Roma nel 1962 (opera di Emilio Montagnani) . Durante il Palio i lupini portano il Drappellone vincente nell’oratorio di San Rocco per rendergli omaggio.
Contrada del Nicchio
Simbolo e patrono: Lo stemma del Nicchio (Conchiglia) è una conchiglia rosa su fondo azzurro e oro. Patrono: Santa Caterina (festa 25 novembre). I colori sociali sono celeste e bianco. Motto: “Serturchi e Martinuzze, il mondo vi parla, voi non avete orecchie”.
Cappella votiva: L’oratorio del Nicchio è la Chiesa di San Gaetano di Thiene in via dei Pispini . Eretta tra il 1683 e il 1705 con fondi della contrada , fu dedicata a San Gaetano di Thiene dopo la prima vittoria al Palio (1682). L’edificio barocco è ricco di opere d’arte di Giuseppe e Giacomo Nasini e di Apollonio Nasini. Il portale è incorniciato da una grande nicchia contenente una statua della Madonna col Bambino (XVI sec.), un tempo venerata in un’edicola esterna. Dal 1699 l’interno fu completamente affrescato dai Maestri Nasini . Oggi nella cappella si ritrovano contradaioli e pellegrini per il Palio invernale e per le feste di San Gaetano (7 ottobre).
Contrada dell’Oca
Simbolo e patrono: La Contrada dell’Oca (Goose) ha per stemma un’oca bianca su campo azzurro, con quarti bianco e rosso. Colori: bianco e celeste. Patrono: Santa Caterina da Siena (festa 29 aprile). Motto: “In regola con la fiducia”.
Cappella votiva: L’oratorio dell’Oca è la chiesa di Santa Caterina in Fontebranda, in via Santa Caterina . Questa chiesa, annessa all’antica fonte medievale di Fontebranda, venne affidata alla Contrada dell’Oca già dal 1475 . All’interno si conservano pregevoli colonne del XII-XIII secolo e arredi barocchi. Fu restaurata nel XVIII sec. ed oggi funge da sede religiosa della contrada.
Nota storica: Anche se il nome “Santa Caterina” suggerisce un’associazione con la figura della patrona di Siena, l’Oca celebra attualmente Sant’Antonio da Padova come santo della contrada (2 giugno), mantenendo comunque viva la tradizione giurata presso il fonte di Fontebranda, dove una volta venivano battezzati simbolicamente i nuovi contradaioli.
Contrada dell’Onda
Simbolo e patrono: L’Onda (Wave) ha per emblema Sant’Angelo custode che uccide il dragone, su fondo bianco e azzurro. I colori sono bianco e azzurro. Patrono: San Giuseppe (festa 19 marzo). Motto: “La S.S. Annunziata in ogni caval” (ricorda le campane suonanti a vento).
Cappella votiva: L’oratorio dell’Onda è la chiesa di San Giuseppe dei Legnaioli in via di Fontanella (via S. Giuseppe) . Si tratta di una chiesa rinascimentale costruita tra il 1522 e il 1653 dall’Arte dei Legnaioli . Nel 1787 passò alla Contrada Capitana dell’Onda . Oggi l’edificio è completamente restaurato. All’interno è conservata la pala marmorea della Madonna dell’Acqua, proveniente da un convento carmelitano, e affreschi settecenteschi di scuola peruginesca.
Curiosità: Il 19 marzo (festa di San Giuseppe) l’Onda organizza processioni e la sagra dell’olio nuovo nei dintorni dell’oratorio. Nel giorno del Palio, i fantini dell’Onda partono proprio da questa chiesa dopo la benedizione.
Contrada della Pantera
Simbolo e patrono: La Contrada della Pantera (Panther) porta nel suo stemma una pantera maculata rampante. I suoi colori sono azzurro, rosso e bianco. Patrono: San Giovanni Battista Decollato (festa 29 agosto) . Motto: “Movimento sopratutto”.
Cappella votiva: L’oratorio della Pantera è la Chiesa di Santa Maria del Carmine in Pian dei Mantellini . Anche nota come “Chiesa del Carmine”, fu una chiesa carmelitana del XIII sec. che nei secoli venne utilizzata da diverse confraternite. Alla soppressione dell’ordine nel 1798, la contrada si impossessò dell’edificio . Da allora è divenuto sede delle funzioni contradaiole. La facciata sobria celeste scarlatto e il vicino Orto dei Pantera (chiostro trasformato in parco giochi) sono segni distintivi.
Punti salienti: Ogni anno, il 29 agosto, i contradaioli della Pantera si raccolgono in chiesa per commemorare il martirio di San Giovanni Battista, portando in processione un simulacro ligneo del santo. Durante il Palio di Agosto, da questo oratorio il fantino parte per il corteo storico.
Contrada della Selva
Simbolo e patrono: La Contrada della Selva (Woods) ha una quercia secolare come simbolo. Colori: verde e rosso. Patrono: San Bartolomeo Apostolo (25 agosto). Motto: “Dall’armana dell’uliva”.
Cappella votiva: L’oratorio della Selva è la Chiesa di San Sebastiano in Vallepiatta, situata nella piazzetta Vallepiatta . Fondata nel 1493 dai tessitori di velluto del quartiere come chiesa di San Sebastiano, dal 1818 è proprietà della Selva . L’edificio rinascimentale conserva preziosi altari e affreschi: al centro dell’altare maggiore c’è la “Madonna della Selva”, un bassorilievo marmoreo del 1474 attribuito a Francesco di Giorgio Martini . Le pareti interne sono decorate da affreschi del XVII sec. (Raffaello Vanni) e da tele di Astolfo Petrazzi e Rutilio Manetti.
Cenni: La chiesa si affaccia sulla tipica piazzetta medievale (pomeriggi d’estate ritrovo di contradaioli e turisti). Nel giorno di San Bartolomeo si tiene la “corsa delle botti” tra giovanotti della Selva lungo le vie di Vallepiatta.
Contrada della Tartuca
Simbolo e patrono: La Tartuca (Turtle) sfoggia uno stemma con una tartaruga verde, corona e croce d’oro. Colori: giallo, celeste e rosso. Patrono: Sant’Antonio da Padova (festa il 13 giugno). Motto: “T’amo quando piove” (detto contradaiolo scherzoso).
Cappella votiva: L’oratorio della Tartuca è la Chiesa di Sant’Antonio da Padova in via Tommaso Pendola (una piccola strada già via delle Murella) . Costruito nel 1682-85 dall’architetto Jacomo Franchini su commissione della Contrada , è comunemente chiamato Sant’Antonio alle Murella. L’interno barocco custodisce tele di Annibale Mazzuoli e di Giuseppe Nicola Nasini, e uno splendido altare maggiore di Giovanni Antonio Mazzuoli (1685), ricco di stucchi.
Curiosità: Ogni Venerdì Santo i Tartuchini organizzano la Processione dei sepolcri, durante la quale l’oratorio apre straordinariamente le sue porte nelle visite notturne ai sepolcri pasquali.
Contrada della Torre
Simbolo e patrono: La Torre (Tower) ha come stemma un campanile urbano. I suoi colori sono rosso, giallo e azzurro. Patrono: San Jacopo Maggiore (Santiago, 25 luglio) e Sant’Anna (26 luglio). Motto: “La fiera di San Pietro”.
Cappella votiva: La Contrada della Torre ha come propria chiesa il Complesso di San Giacomo e Sant’Anna in via di Salicotto . Eretta tra il 1532 e il 1536 dai fedeli del rione in ringraziamento per la vittoria contro i fiorentini a Camollia, la chiesa fu poi ristrutturata a più riprese . Nel 1702 fu ricostruita la facciata barocca (ancora visibile) e nel 1906 rifatto il campanile. Da allora l’edificio è di proprietà della Contrada della Torre . All’interno si ammirano affreschi di Dionisio Montorselli con la Gloria di San Giacomo e stucchi di Iacomo Franchini . Qui la contrada svolge le funzioni religiose principali e custodisce i cimeli del proprio Palio.
Punti salienti: Il giorno di San Jacopo (25 luglio) i torraioli celebrano il proprio patrono con feste in Contrada, partendo proprio dalla chiesa di San Giacomo e Sant’Anna.
Contrada di Valdimontone
Simbolo e patrono: Il Valdimontone (Valley of the Ram) porta nel proprio stemma un montone bianco. Colori: bianco e giallo bordato verde. Patrono: Sant’Isidoro agricoltore (1 maggio). Motto: “Scudo della vista”.
Cappella votiva: L’oratorio della Contrada di Valdimontone è la Compagnia della Santissima Trinità in via di Valdimontone . Questa chiesa manierista, che risale al 1509 con affreschi di Salimbeni, Rustici e Casolani, è di proprietà di una confraternita laicale ma è da sempre utilizzata come oratorio dalla Contrada del Valdimontone . Ospita altari barocchi e un ciclo di affreschi sulla Trinità (Ventura Salimbeni) e scene veterotestamentarie (Astolfo Petrazzi) . Ancora oggi l’omonima Compagnia della Santissima Trinità ne conserva gli ori di coro, mentre la Contrada vi celebra il proprio santo il 1° maggio.
Storico: Nel Medioevo questa cappella era un piccolo oratorio annesso alle vicine mura cittadine di Porta Ovile. La Contrada lo rivendicò nel Cinquecento acquistandone una porzione dal Comune. Si tratta del più antico edificio di Contrada con continuità d’uso (Fondata Compagnia nel 1509, Oratorio contradaiola dal Cinquecento ).
Tavola riassuntiva delle Contrade e delle loro cappelle votive
| Contrada | Cappella Votiva (Oratorio) | Indirizzo |
|---|---|---|
| Aquila | Oratorio di San Giovanni Battista “dei Tredicini” | Via Casato di Sotto |
| Bruco | Oratorio del Santissimo Nome di Gesù | Via del Comune 40 |
| Chiocciola | Cappella della Madonna del Rosario | Via San Marco / Via della Diana |
| Civetta | Oratorio di Sant’Antonio da Padova | Via Cecco Angiolieri |
| Drago | Oratorio (ex Chiesa) di Santa Caterina | Piazza Matteotti |
| Giraffa | Oratorio del Suffragio | Via delle Vergini |
| Istrice | Oratorio dei Santi Vincenzo e Anastasio | Via Camollia |
| Leocorno | Oratorio di San Giovannino della Staffa | Piazza Virgilio Grassi |
| Lupa | Oratorio di San Rocco | Via Vallerozzi |
| Nicchio | Oratorio di San Gaetano di Thiene | Via dei Pispini |
| Oca | Oratorio di Santa Caterina in Fontebranda | Via Santa Caterina |
| Onda | Chiesa di San Giuseppe (dei Legnaioli) | Via del Fontanella (Via S. Giuseppe) |
| Pantera | Chiesa di Santa Maria del Carmine | Pian dei Mantellini |
| Selva | Chiesa di San Sebastiano in Vallepiatta | Piazzetta Vallepiatta |
| Tartuca | Oratorio di Sant’Antonio da Padova (alle Murella) | Via Tommaso Pendola |
| Torre | Chiesa di San Giacomo e Sant’Anna | Via di Salicotto |
| Valdimontone | Oratorio della Santissima Trinità | Via di Valdimontone |
Domande frequenti sulle cappelle votive
- Perché tutte le Contrade hanno una loro cappella? Dopo il ritorno della repubblica senese, ogni contrada ottenne una chiesa o un oratorio proprio dove organizzare le feste religiose contradaiole. Queste cappelle votive simboleggiano l’identità del rione: vi si espongono le effigi del santo patrono e i simboli contradaioli, e vi si svolgono le celebrazioni della festa di Contrada. Durante il Palio i contradaioli di ogni rione pregano nella propria cappella per la vittoria.
- Le cappelle possono essere visitate dai turisti? Sì, molte cappelle contradaioli sono aperte in particolari orari o su richiesta. Poiché sono luoghi di culto, è buona norma chiedere informazioni agli stessi contradaioli o alle guide turistiche. Si consiglia di assistere alle manifestazioni contradaiole (es. Sante Messe, festività dei patroni) per vederle dall’interno. Alcune contrade permettono visite guidate ai musei e oratori; ad esempio, l’oratorio dell’Aquila e quello del Nicchio possono essere visitati durante tour dedicati.
- Cosa significa “votiva”? Tradizionalmente, votiva indica una chiesa edificata in voto, spesso in ringraziamento per una grazia ricevuta. Nelle Contrade l’oratorio è “votivo” perché racchiude la pietà e le promesse del popolo contradaiolo. Ad esempio ogni vittoria al Palio è accompagnata da un voto di ringraziamento che culmina in cerimonie religiose proprio nella cappella di Contrada.
- Cosa vedere di particolare in queste cappelle? Ogni oratorio ha opere d’arte e oggetti preziosi. Ad esempio:
- Nell’Oratorio dell’Aquila (Tredicini) è degno di nota il fonte battesimale storico e tele settecentesche.
- Nella Cappella del Rosario della Chiocciola si ammira una Madonna del Rosario tardo-rinascimentale.
- Nell’oratorio di San Rocco della Lupa si possono osservare affreschi secenteschi con storie bibliche .
- Nell’oratorio di San Gaetano del Nicchio si vede il grande dipinto barocco della “Madonna del Forcone” sul portale .
- L’Oratorio di San Jacopo della Torre conserva affreschi di Montorselli (1702) con la Gloria di san Giacomo .
- Esistono visite guidate? Sì, molte agenzie e guide locali organizzano itinerari sulle Contrade. Un itinerario classico è il “Tour dei 17 oratori contradaioli”, che consente di vedere dall’esterno (o visitare all’interno, se permesso) tutti gli oratori principali. Poiché i rioni sono piccoli e molto vicini, si può compiere l’itinerario a piedi in una giornata, partendo dall’Hotel Minerva e seguendo un percorso nell’antico centro storico. L’hotel può fornire mappe e contatti con guide esperte di storia del Palio e delle Contrade.
L’Hotel Minerva a Siena








Da questo punto di vista l’’Hotel Minerva di Siena si presenta come un albergo storico dal fascino autentico, mix di tradizione toscana e comfort moderni . Antiche travi in legno e pavimenti in cotto convivono con arredi contemporanei negli interni, mentre molte stanze dispongono di ampie finestre o terrazze panoramiche sul centro storico, come si vede nella foto . Grazie alla sua posizione centralissima (fuori dalla ZTL ma dentro le mura cittadine), l’Hotel Minerva è “il punto di partenza ideale” per esplorare Siena . In pochi minuti a piedi dall’hotel si raggiungono Piazza del Campo e la Torre del Mangia , il Duomo e le principali basiliche cittadine (Sant’Agostino, San Domenico, San Francesco, Santa Caterina, Santa Maria dei Servi) . Anche la Fortezza Medicea è a sole 13 min a piedi . Questa vicinanza consente agli ospiti di tornare in hotel per una pausa serale tranquilla dopo aver passeggiato per le vie medievali . Per chi arriva in treno, la stazione dista circa 1 km (15′ a piedi) .
Il Minerva dispone di parcheggio interno custodito e il personale è multilingue e sempre disponibile a fornire consigli su itinerari, ristoranti e piccoli segreti senesi . Chiedendo al reception, gli ospiti possono organizzare degustazioni di vini, visite guidate a palazzi e cantine, o anche escursioni a cavallo sulle colline toscane per un’esperienza romantica prima di far ritorno in città .
Cosa vedere nei dintorni
Grazie alla posizione centrale dell’hotel, numerose attrazioni di Siena sono comodamente visitabili a piedi. Di seguito alcuni punti di interesse vicino all’Hotel Minerva:
- Piazza del Campo e Torre del Mangia – cuore della città e teatro del Palio . La piazza con i suoi palazzi storici (Palazzo Pubblico, Loggia dei Mercanti) è tra le più belle del mondo.
- Duomo di Siena (Santa Maria Assunta) – capolavoro gotico a pochi minuti dall’hotel . Ospita il celebre pavimento marmoreo (visite guidate) e il Museo dell’Opera del Duomo. Di fronte si trova il Battistero di San Giovanni .
- Santuario di Santa Caterina da Siena – luogo di culto e pellegrinaggio dedicato a Santa Caterina, vicinissimo all’hotel . Meritano una visita il Cenacolo del Beato Perugino e il museo di Santa Caterina.
- Basilica di San Francesco – importante chiesa francescana dove si conservano cicli di affreschi medievali .
- Basilica di Santa Maria dei Servi – grande chiesa gotica con volte affrescate, cara ai contradaioli .
- Oratorio di San Bernardino – piccolo edificio sacro dove viene conservata la pala “Madonna con Bambino e San Bernardino” (fine visita nella biblioteca).
- Palazzo Salimbeni (Accademia Chigiana) e Museo delle Biccherne – sede storica dei salmi musicali senesi e museo di storia locale .
- Orto Botanico – giardino medievale (Facoltà di Biologia) con piante toscane ed esotiche .
- Sinagoga e Museo Ebraico – testimonianze della comunità ebraica senese, ai margini del centro .
- Altre chiese storiche come San Cristoforo, San Martino, San Domenico, Sant’Agostino – facilmente raggiungibili dalle vie pedonali circostanti .
Inoltre Siena è circondata da percorsi naturalistici e borghi medievali. Nell’arco di un’ora si possono visitare Monteriggioni, San Gimignano, Montepulciano o la Val d’Orcia (Pienza, Montalcino) , tornando in serata a soggiornare in hotel. Ma ora concentriamoci sul nostro itinerario in città: le cappelle votive delle contrade.
In conclusione, soggiornare all’Hotel Minerva vi offre non solo comfort e ottima posizione (a due passi da Campo e Duomo ), ma anche la possibilità di immergervi nella storia delle Contrade di Siena. Le cappelle votive di queste 17 comunità raccontano tradizioni uniche: pianificate le visite in Chiesa quando si svolgono messe solenni o feste contradaiole e lasciatevi conquistare dai dettagli artistici custoditi in questi piccoli scrigni di fede cittadina .
Prenota qui direttamente sul sito il tuo soggiorno all’Hotel Minerva.