Musei delle Contrade: dove scoprire il Palio

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Sommario dei Musei delle Contrade

ContradaSimboloMuseo (sede principale)
AquilaAquilaOratorio dei Tredicini (Casato di Sotto, 82)
BrucoBrucoOratorio del SS. Nome di Gesù (Via del Comune, 30)
ChiocciolaChiocciolaCripta Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Via S. Marco)
Civetta (Priora)Civetta (Gufo)Castellare degli Ugurgeri (Vicolo Castellare, 3)
DragoDragoOratorio di Santa Caterina (Via del Paradiso, 1)
Giraffa (Imperiale)GiraffaSotterranei Collegiata di Provenzano (Via Lucherini, 18)
Istrice (Sovrana)IstriceEx-chiesa di S. Vincenzo e Anastasio (Via Camollia, 85)
LeocornoLeocornoOratorio di San Giovannino della Staffa (Via Follonica, 31)
LupaLupa (Lupa)Sede storica contrada (Via Vallerozzi, 88)
Nicchio (Nobile)ConchigliaDietro Oratorio di S. Gaetano da Thiene (Via dei Pispini, 94)
OcaOcaEx-fondaco S. Caterina (Via della Galluzza, 39)
Onda (Capitana)Onda (Onda)Oratorio di San Giuseppe (Via Giovanni Duprè, 103)
PanteraPanteraSede contrada sul colle di San Quirico (Via S. Quirico, 19)
SelvaSelva (Foresta)Cripta Oratorio di San Sebastiano (Piazzetta Selva, 2)
Tartuca (Pievaiola)TartarugaOratorio di Sant’Antonio da Padova (Via T. Pendola, 21)
Torre (Panforte)Torre (Torre)Sede contrada (Via Salicotto, 76)
Valdimontone (Montone)Montone (Agnello)Via Val di Montone, 6 (architettura di G. Michelucci)

Contrada Aquila – Museo dell’Oratorio dei Tredicini

Il Museo della Contrada dell’Aquila si trova nell’Oratorio dei Tredicini (sec. XVII) . Al suo interno si celebra la storia della contrada e del Palio attraverso le sue vittorie. In particolare, è famosa la Sala delle Vittorie che espone tutti i drappelloni vinti dalla contrada. Tra questi si distingue il drappellone più antico conservato a Siena: un “cencio” del Palio del 1719, con la Madonna dipinta da Giovanni Antonio Pecci, custodito nella sala a lui dedicata . La collezione spazia dai palii più antichi a quelli contemporanei (fino ad artisti come Cassinari o Purificato) , e mostra l’evoluzione artistica del Palio.

Contrada Bruco – Museo del SS. Nome di Gesù

Il Museo del Bruco è ricavato nell’Oratorio del SS. Nome di Gesù (sec. XVII, Via del Comune) . L’esposizione racconta la storia del rione attraverso arredi sacri e cimeli. Sono esposti paramenti liturgici seicenteschi, costumi d’epoca, le bandiere storiche e soprattutto tutti i drappelloni vinti dalla contrada: dal XVII secolo fino al presente . Tra i pezzi notevoli c’è un’ostensorio-monstranza del 1728, testimonianza dell’arte sacra senese. Ogni sezione espone oggetti coniata nel tempo, rendendo il percorso una vera immersione nella tradizione del Bruco .

Contrada della Chiocciola – Museo dei Santi Pietro e Paolo

Il Museo della Chiocciola si trova nella cripta della chiesa dei Santi Pietro e Paolo (sec. XVII-XIX) in Via San Marco . Inaugurato nel 1981 come primo museo contradaiolo di Siena, conserva “arredi sacri” (paramenti e vasi liturgici dal XV al XVII secolo) e soprattutto la Sala delle Vittorie dove sono esposti i masgalani e tutti i palii vinti . Qui si vedono drappelloni dipinti da artisti come Pantini (1919) e Marzi (1954). Degne di nota anche le opere d’arte esposte nella chiesa: dipinti rinascimentali e barocchi (tra cui opere dei fratelli Salimbeni e dei Brescianini) .

Contrada Priora della Civetta – Museo nel Castellare degli Ugurgeri

Il museo della Civetta è ospitato nel medievale Castellare degli Ugurgeri (Via Vicolo Castellare) . Conserva i palii vinti, gli arredi sacri e le “monture” (antichi costumi di scena) della contrada . Nel percorso si ammirano i drappelloni sette-ottocenteschi e una sorprendente collezione archeologica: maioliche trecentesche rinvenute in un antico pozzo di riuso . Da non perdere: la statua della Lupa senese (ancora esposta qui, originaria di Piazza Tolomei), e l’Oratorio annesso (S. Antonio da Padova) con affreschi del XVII secolo .

Contrada del Drago – Museo di Santa Caterina del Paradiso

Il Museo del Drago occupa l’Oratorio di Santa Caterina del Paradiso (XVI-XVII sec.) in via del Paradiso . Al suo interno si trovano gli antichi costumi cerimoniali (“monture”), le bandiere e i masgalani della contrada, oltre ai palii vinti. Nella chiesa di S. Caterina si possono ammirare dipinti seicenteschi di Francesco Rustici, Raffaello Vanni e Domenico Manetti, e un busto di S. Caterina del 1517, elementi di grande valore artistico . Da segnalare anche la presenza di un antico crocifisso ligneo del XV secolo in sagrestia. Tra i drappelloni spicca quello del Palio del 1724, particolarmente importante per la contrada .

Contrada Imperiale della Giraffa – Museo sotterraneo in Provenzano

Il Museo della Giraffa si trova nei sotterranei della Collegiata di Santa Maria in Provenzano (Via Lucherini) . È un museo dedicato in particolare ai drappelloni più artistici e alla memoria della contrada: conserva tutti i palii vinti e altri documenti storici, ma è famoso soprattutto per le tele di grandi artisti. Vi si vedono drappelloni dipinti da Renato Guttuso (Palio 1971), Sandro Vespignani (1983), Tommasi Ferroni (1986) . Una curiosità custodita qui: il bozzetto preparatorio del drappellone rubato nel 1967 (quando alcuni studenti trafugarono il “cencio” di Provenzano, costringendo la contrada a mostrare solo il suo schizzo durante le celebrazioni) . L’oratorio di Santa Maria in Provenzano (XIX sec.) con affreschi completano la visita.

Contrada Sovrana dell’Istrice – Museo di San Vincenzo e Anastasio

Il museo dell’Istrice ha sede negli ambienti attigui all’antica chiesa di San Vincenzo e Anastasio (Via Camollia) . L’edificio è di origine romanica, diventato oratorio dell’Istrice nel 1788. Nel percorso interno, completamente ristrutturato nel XVIII secolo, si trovano numerosi manufatti storici: i palii vinti (dal Seicento in poi), le monture (costumi da corteo), armi antiche, argenti e paramenti sacri . Tra le opere d’arte del piccolo oratorio spicca una tela con la Madonna col Bambino attribuita alla scuola di Alessandro Casolani, sotto la quale si trova una nicchia con un busto in terracotta di Pinturicchio (che qui fu sepolto nel 1513). Si ammira anche una tavoletta del XV secolo di Sano di Pietro (Madonna, Bambino e Santi) posta sull’altare di sinistra .

Contrada del Leocorno – Museo di San Giovannino della Staffa

Il Museo del Leocorno è annesso alla chiesa di San Giovannino della Staffa (Via di Follonica) . L’edificio ha origini cinquecentesche ma fu modificato nei secoli successivi. Il museo custodisce i palii vinti dalla contrada e numerosissime opere d’arte. Tra queste si trovano un dipinto del XIV secolo (Madonna della Pace) attribuito a Francesco di Vannuccio, una terracotta policroma di San Giovanni Battista del XV secolo di Giacomo Cozzarelli, e vari dipinti seicenteschi di artisti senesi come Rutilio e Domenico Manetti, Raffaello Vanni, Francesco Mei e Astolfo Petrazzi . Tra i drappelloni in mostra spiccano quelli del 1919 di Pantini (stile liberty) e del 1954 di Marzi, oltre a opere di rilievo nazionale come Possenti (1980) e Nespolo (2007) .

Contrada della Lupa – Museo di Sant’Agostino (sede storica)

Il museo della Lupa è collocato nella sede storica di contrada (Via Vallerozzi, 88) . L’edificio risale al XV-XVI secolo (ex sede della Confraternita di San Rocco) e comprende sale nobiliari, l’oratorio (Cappellone) e la cripta. Il percorso museale si articola in varie sale: la Sala delle Vittorie raccoglie tutti i palii vinti; le altre sale sono dedicate ai paramenti sacri originali (anticamera di San Rocco), alle armature da cerimonia, alle monture con i costumi storici dal 1839 in poi, e infine una Sala delle Riunioni dove sono esposti tutti i masgalani (premi di rappresentanza) vinti dalla Lupa . Nell’oratorio si ammira un ciclo di affreschi seicenteschi sulla vita di Giobbe ad opera dei pittori Mei e Petrazzi . Come segno della grande storia della contrada, il museo conserva anche un cimelio curioso: una fotografia autografa di Giuseppe Garibaldi, donata dal generale italiano alla contrada dopo aver assistito al Palio del 1867 vinto dalla Lupa .

Nobile Contrada del Nicchio – Museo San Gaetano da Thiene

Il Museo del Nicchio si trova dietro al settecentesco Oratorio di San Gaetano da Thiene (Via dei Pispini) . Qui sono esposti i palii vinti e le monture del Nicchio. Il percorso include anche la visita all’Oratorio (1683) affrescato da Giuseppe Nicola Nasini e figlio, con episodi della vita di San Gaetano, e sculture di Giacomo Franchini . Il museo custodisce oggetti di grande pregio artistico: preziose argenterie senesi e toscane (XV-XIX sec.), paramenti sacri del XVII-XVIII sec., reperti ceramici del XV sec., una Madonna del XV sec. di Benedetto da Maiano, una terracotta policroma quattrocentesca di Giovanni di Stefano (San Sebastiano, 1443-1504) e un dipinto di Francesco Rustici (1592-1626) .

Contrada dell’Oca – Museo di Santa Caterina

Il museo dell’Oca occupa l’oratorio di Santa Caterina in Vallepiatta (Via della Galluzza, 39) . Custodisce i palii vinti dalla contrada, dipinti da artisti del calibro di Bindocci e Picchieri, insieme a foto storiche e documenti della vita contradaiola. Il percorso espositivo include una sezione di arredi sacri (vesti liturgiche e reliquiari) e una di costumi storici. Inoltre vi si ammirano le opere d’arte della chiesa: un ciclo di affreschi rinascimentali con S. Caterina e santi senesi, sculture di notevole fattura e un pregevole organo settecentesco.

Contrada della Capitana Onda – Museo MOnd (Onda)

Il MOnd – Museo della Contrada Capitana dell’Onda si trova nell’antico oratorio di San Giuseppe (Via Giovanni Duprè, 103) . È uno spazio museale moderno che dialoga con tutto il rione. Il percorso parte dalla cripta di San Giuseppe (XV sec.), include affreschi e opere d’arte (come bassorilievi del XVI sec.), e una sala dedicata ai drappelloni dipinti. Nel museo dell’Onda sono esposti i drappelloni vinti (tra cui quelli dipinti da artisti come Cornacchini e Barocci) e alcuni gessi preparatori dello scultore contradaiolo Giovanni Duprè . Grazie alla tecnologia multimediale integrata, sono visibili video e interviste che raccontano la storia della contrada e del Palio.

Contrada della Pantera – Museo di San Quirico

Il museo della Pantera è ospitato nella sede di contrada sul colle di San Quirico (Via di San Quirico, 19) . La visita illustra la storia della contrada con drappelloni, paramenti sacri e cimeli. In particolare la “Sala delle Vittorie” (a piano terra) mostra i palii vinti dal 1904 al 2006 sul pavimento decorato da un mosaico con il simbolo della Pantera . In questa sala si vede l’evoluzione dei drappelloni nel Novecento; al piano superiore sono esposte le monture e gli altri masgalani vinti. Il museo dedica infine una sala speciale al tenore e capitano Ettore Bastianini (1922-1967), vincitore con la Pantera nel 1963: sono esposti suoi costumi di scena, lettere, fotografie e oggetti personali .

Contrada della Selva – Museo di San Sebastiano in Vallepiatta

Il Museo della Selva si trova nella cripta dell’Oratorio di San Sebastiano in Vallepiatta (Via della Selva, 2) . Nel percorso si raccolgono numerosi drappelloni storici e arredi sacri. In particolare si riconoscono i drappelloni dipinti dal pittore satirico Mino Maccari (Palio 1970) e da Ugo Attardi (Palio 1974), veri capolavori moderni del Palio . Fa parte dell’itinerario anche la visita alla chiesa stessa, con affreschi del Cinque e Seicento: qui si ammira l’”alta rilievo della Madonna della Selva” attribuito a Francesco di Giorgio Martini, due dipinti del Quattrocento (Madonna col Bambino) di Benvenuto di Giovanni e seguace di Cozzarelli, un Crocifisso di Rutilio Manetti e affreschi delle Sibille e Santi opera di Raffaello Vanni . La visita alla Selva offre quindi un mix di arte sacra rinascimentale e testimonianze della lunga tradizione paliiola contradaiola.

Contrada della Tartuca – Museo di Sant’Antonio

Il museo della Tartuca è annesso all’Oratorio di Sant’Antonio da Padova (Via Tommaso Pendola, 21), uno splendido edificio barocco del 1682-85 . Il percorso è suddiviso in tre sezioni: il Museo degli Arredi Sacri, che conserva i paramenti e reliquiari della compagna originaria; il Museo del Costume, con le monture (costumi cerimoniali dal XIX secolo a oggi); infine il Museo del Palio con i drappelloni. In quest’ultima sezione sono esposti i palios vinti, tra cui quelli realizzati da grandi artisti contemporanei: si ammirano i drappelloni dipinti da Fernando Botero e Igor Mitoraj, tra gli altri . Questa combinazione di arte sacra, moda storica e pittura moderna rende il museo della Tartuca particolarmente vario e interessante.

Contrada della Torre – Museo di Via Salicotto

Il Museo della Torre si trova annesso alla sede di contrada in via Salicotto, 76 . Il complesso conserva testimonianze che vanno dall’epoca etrusca al Medioevo: sono visibili una tomba etrusca del II sec. a.C., una cisterna romana e un’antica botola (fossa del XV sec.) per conservare il grano , oltre a parti di mura medievali inglobate nella costruzione. L’Oratorio dei Santi Giacomo e Cristoforo (1526) ospita una tavola del Sodoma (Cristo cammina al Calvario, XVI sec.) e opere di Rutilio Manetti (Crocifissione, Decollazione di S. Giacomo, XVII sec.) . Nel percorso cronologico del museo si trovano i drappelloni vinti fin dal 1767, insieme alle monture e agli abiti del Palio, nonché arredi sacri antichi . Il Museo della Torre è quindi un mix di archeologia urbana e storia contradaiola, inserito in uno degli angoli più suggestivi del borgo di Santa Maria dei Servi.

Contrada di Valdimontone – Museo contemporaneo di Giovanni Michelucci

Il Museo della contrada di Valdimontone (Via Val di Montone, 6) è un esempio unico di architettura contemporanea a Siena. Progettato dal celebre architetto Giovanni Michelucci e inaugurato nel 1997, è stato definito «uno dei più fulgidi esempi di architettura contemporanea» in città . Il museo è interrato rispetto alla strada e si sviluppa su livelli interconnessi da passerelle in metallo e vetrate. All’interno spicca la grande “sala delle assemblee” in cui sono raccolti i drappelloni vinti dalla contrada . Le pareti di questa sala sono interamente in travertino grezzo, intervallate da espositori in vetro che contengono molti cimeli contradaioli. Un percorso a più quote consente di ammirare i costumi storici e gli altri reperti (il camminamento sospeso collega diversi livelli espositivi) . In pratica, la visita al Valdimontone è allo stesso tempo una scoperta architettonica – per l’ingegno di Michelucci – e una raccolta completa delle testimonianze del Palio, dai drappelloni alle antiche fotografie.

Domande e Risposte

  • D: Cosa sono le contrade di Siena? È fondamentale sapere che la città di Siena è divisa in 17 contrade, ognuna con nome e simbolo propri (Aquile, Bruco, Lupa, Tartuca ecc.). Ogni contrada dispone di una propria sede (un’ex sede di compagnia religiosa con chiesa o oratorio) e di un museo con cimeli del Palio. Il Palio di Siena è la storica corsa di cavalli che si svolge in Piazza del Campo il 2 luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta) di ogni anno: un evento che rievoca una tradizione quattrocentesca e che coinvolge tutte le contrade in una competizione di colori, musica e folla . Le contrade rivali si sfidano a cavallo per aggiudicarsi il drappellone, enorme tela dipinta per ciascuna edizione; questi dipinti sono oggi preziosi cimeli esposti nei rispettivi musei .
  • D: Come visitare i musei delle contrade? La maggior parte dei musei contradaioli è aperta su prenotazione o in occasione di particolari festività della contrada. È consigliabile informarsi in anticipo sugli orari: molte contrade accolgono turisti con visite guidate su prenotazione. I musei sono generalmente situati nel centro storico di Siena, quindi sono facilmente raggiungibili a piedi o con i mezzi pubblici. Attenzione: alcuni oratori richiedono un abbigliamento decoroso (ad esempio coprendo spalle e ginocchia). In ogni caso, ciascun museo offre un percorso espositivo completo: dalla ricostruzione della storia del rione alle Sale delle Vittorie con i drappelloni, fino alle sale delle armature (Spesso la “Sala delle Armature” raccoglie le armi medievali o rinascimentali) e delle monture (costumi storici di cerimonia). Il percorso in genere termina con reperti singolari come fotografie storiche (ad es. la contrada della Lupa espone un ritratto autografo di Garibaldi risalente al 1867 ) o opere d’arte di particolare valore legate al territorio di contrada (mobili intarsiati, tabelle lignee, statue ligne).
  • D: Perché l’Hotel Minerva è un punto di partenza ideale per visitare Siena? L’Hotel Minerva gode di «una posizione privilegiata» nel centro storico di Siena . È situato dentro le mura, appena fuori dalla ZTL, e dispone di un parcheggio coperto privato videosorvegliato , un vero vantaggio per chi arriva in auto. Dall’Hotel Minerva si raggiungono a piedi i luoghi principali della città: ad esempio la famosa Piazza del Campo è a soli ~15 minuti di cammino attraverso vicoli caratteristici , mentre il Duomo di Siena dista circa 17 minuti a piedi . La Fortezza Medicea con il suo parco panoramico è raggiungibile in ~13 minuti . Anche la stazione ferroviaria è vicina (~1 km, cioè 15 min a piedi ). In pratica, scegliendo l’Hotel Minerva sarete a portata di mano di tutte le attrazioni del centro (si può uscire per una passeggiata notturna in piazza o per visitare il Duomo all’alba) . Allo stesso tempo l’albergo è tranquillo e silenzioso la sera . Inoltre, la comodità di un accesso facile in auto rende Minerva ottimo anche per escursioni fuori città: in circa un’ora si possono visitare San Gimignano, Monteriggioni o i paesaggi della Val d’Orcia . Una guida con le principali distanze:
AttrazioneDistanza dal Minerva (a piedi)
Piazza del Campo15 minuti
Duomo di Siena17 minuti
Fortezza Medicea13 minuti
Stazione FS di Siena15 minuti
  • D: Cosa vedere nei dintorni dell’hotel? Il centro storico di Siena è concentrato intorno a Piazza del Campo e dintorni. Piazza del Campo è il cuore della città: qui si trovano il maestoso Palazzo Pubblico (sede del Comune), la Torre del Mangia e la Fontana Gaia. All’interno del Palazzo Pubblico si visita il Museo Civico che conserva straordinarie opere senesi, come gli affreschi del “Buon e Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti . Salendo i 400 gradini della Torre del Mangia (XIV sec.) si gode di una vista spettacolare su tutta Siena . Sempre in Piazza del Campo c’è la Fonte Gaia, la copia restaurata della celebre fontana quattrocentesca di Jacopo della Quercia . Salendo verso Nord si giunge al Duomo di Siena (XIII-XIV sec.), capolavoro gotico decorato con marmo bianco e nero: al suo interno si possono ammirare opere di Donatello, Pisano, Michelangelo e soprattutto gli affreschi del Pinturicchio nella Libreria Piccolomini . Da segnalare anche il Museo dell’Opera del Duomo (dietro l’abside) e il Battistero. Infine, l’Hotel Minerva è posizionato vicinissimo alla via Camollia e a via della Galluzza, dove si trovano – nell’ordine – l’Oratorio di Monte Oliveto, l’Oratorio di San Bernardino e la Chiesa di San Domenico. Tutte queste attrazioni sono racchiuse in un raggio di pochi isolati, rendendo la passeggiata dal Minerva estremamente comoda.

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